XXI FESTIVAL INTERNAZIONALE TEATRO ROMANO VOLTERRA

7 luglio – 6 agosto 2023 – BRUTO – Teatro Romano Volterra ore 21.30

Il Festival Internazionale Teatro Romano Volterrainaugura la XXI stagione con Bruto di Nicola Fano tratto da Giulio Cesare di William Shakespeare,venerdì 7 luglio 2023, in replica sabato 8 sul palcoscenico del Teatro Romano Volterra alle ore 21:30. Lo spettacolo è una produzione di Gruppo Progetto Città / Festival Internazionale Teatro Romano Volterra, con adattamento drammaturgico e regia di Simon Domenico Migliorini. Assistente alla regia è Ilenia Veronica Raimo, i movimenti scenici sono di Aurelio Gatti con l’assistenza di Laura Giuntoli; le musiche originali sono di David Dainelli, il disegno luci e audio è di Paolo Morelli. Interpreti dello spettacolo sono Simon Domenico Migliorini, Laura Giuntoli, Federica Gurrieri, Marco Olivieri, Alessandro Santoro, Ilenia Veronica Raimo, Ermelinda Çakalli.

 

Lo spettacolo, nato da un’idea di Simon Domenico Migliorini, si ispira ad uno dei personaggi più controversi dell’universo shakespeariano, e si sviluppa in una narrazione che dall’elemento storico oggettivo, intraprende un inedito percorso introspettivo che vede il protagonista dibattersi tra delirio e lucidità, alla ricerca di risposte e giustificazioni che non trova. Tra affascinanti suggestioni sceniche e un crescendo dei toni drammatici, lo spettatore si trova ad essere totalmente coinvolto sin dall’inizio.

Figure spettrali, immobili, come pietrificate, testimoni della tragedia che si è appena consumata e di quella che incombe, sono quelle su cui si apre lo spettacolo. Pochi istanti dopo fa il sui ingresso sulla scena l’assassino di Gaio Giulio Cesare, interpretato da Simon Domenico Migliorini, che appare trasfigurato in volto, travolto dal peso del delitto che diventerà sempre più insostenibile fino a distruggerlo. La genesi dello spettacolo è complessa. Il testo drammaturgico è tratto da Giulio Cesare di William Shakespeare, ma fa riferimento, con esplicite citazioni anche ad Amleto, offrendo allo spettatore una stimolante prospettiva tesa a dimostrare qualche analogia letteraria tra i due personaggi. 

La rappresentazione si svolge su piani temporali diversi che si intersecano e travolgono il protagonista lacerato tra presente e passato. In un’atmosfera cupa ed angosciante, squarciata dal rosso acceso dei costumi, si muovono i personaggi, inesorabilmente incatenati al loro destino, dando voce ad un contraddittorio prima tra il Coro e Bruto, e, all’apice della drammaticità, tra Bruto e se stesso, fino alla morte.

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