La manifestazione D’Annunzio a Volterra che inizierà domani 9 novembre e si concluderà il 17 dicembre 2023, sostenuta dal Ministero della Cultura con il patrocinio di Regione Toscana, Consiglio Regionale della Toscana, Comune di Volterra, Fondazione Il Vittoriale degli Italiani, si colloca nell’ambito delle celebrazioni per i 160 anni dalla nascita di Gabriele D’Annunzio. Il progetto ideato da Simon Domenico Migliorini che ne è il Direttore artistico è realizzato da Associazione Culturale Gruppo Progetto Città, Festival Internazionale Teatro Romano Volterra, Laboratorio Arti Sceniche “Giorgio Albertazzi” Città di Volterra, in collaborazione con M.D.A. Produzioni Danza – Roma, Festival-Contemporaneo Sensibile, Compagnia L’Avventuracolorata, Museo Etrusco Mario Guarnacci, Accademia dei Sepolti Volterra, Palazzo Ricciarelli dello Sbarba. Ricchissimo il programma della manifestazione che inizia con i workshop tenuti da grandi coreografi, attori, danzatori, musicisti e cantanti lirici, quali Simon Domenico Migliorini, Aurelio Gatti, Carlotta Bruni, Luisa Stagni, Sebastiano Tringali, Paola Massoni, Stefano Adabbo, realizzati in luoghi artisticamente tra i più significativi di Volterra come il Museo Etrusco Mario Guarnacci, Palazzo dei Priori, Palazzo Ricciarelli dello Sbarba, nell’ottica sempre cara all’Associazione Culturale Gruppo Progetto Città e al Festival Internazionale Teatro Romano Volterra di coinvolgere la città in eventi di alto profilo culturale.
Tra i partecipanti ai workshop verranno selezionati danzatori e attori per la mise en espace di La città morta di Gabriele D’Annunzio, il 16 e 17 dicembre 2023.
Nel cartellone degli appuntamenti si segnalano Immaginato Gabriele D’annunzio, Retrospettiva dell’immaginifico cinematografico di Gabriele D’Annunzio e il suo rapporto con la città di Volterra, con Ugo Brusaporco, sabato 25 novembre a Palazzo Ricciarelli dello Sbarba, ore 15:00 – 22:00; Gabriele D’Annunzio inventore della pubblicità? di Nicola Fano, venerdì 8 dicembre alle ore 17:30 a Palazzo dei Priori. Venerdì 15 dicembre alle ore 21:15, a Palazzo Ricciarelli dello Sbarba, andrà in scena Piacere Notturno, spettacolo a cura di Paola Massoni con Paola Massoni, soprano e interprete, Simon Domenico Migliorini, interprete e Stefano Adabbo al pianoforte. L’intenso e tormentato amore tra Eleonora Duse e Gabriele D’Annunzio viene rappresentato attraverso le parole del poeta e le romanze dei musicisti a lui contemporanei. A conclusione della manifestazione, al Museo Etrusco Mario Guarnacci, sabato 16 e domenica 17 dicembre, alle ore 17:00, è in programma La Città morta di Gabriele D’Annunzio, Mise en espace
Con Luisa Stagni, Sebastiano Tringali, Simon Domenico Migliorini, Aurelio Gatti, Carlotta Bruni, Paola Massoni, Stefano Adabbo e gli allievi selezionati durante i workshop.
Il logo della manifestazione è stato ideato e realizzato da Genny Ferrari. Rappresenta D’Annunzio a Volterra.
“Perché, tra i tanti anniversari del 2023 – dichiara Simon Domenico Migliorini – il Festival Internazionale che ho fondato e dirigo e la cui principale caratteristica, da 21 anni è quella di svolgersi tra le rovine del Teatro Romano di Volterra, vuol celebrare il Vate? Prima di tutto dobbiamo ricordare lo stretto rapporto che il Poeta ebbe con la città nella quale si svolge il Festival, Volterra, immortalata in uno splendido sonetto contenuto nel secondo Libro delle Laudi del cielo, della terra e degli eroi, tra quelle 25 città dal passato glorioso che i loro stessi cittadini hanno dimenticato: ‘Le città del silenzio’ (il VI).
La forma metrica circolare del sonetto, l’uso dei vocaboli, i riferimenti alla città solitaria e sopraelevata, l’immagine della maga Circe e la presenza lontana del mare e delle isole, richiamano in modo costante i luoghi dell’Odissea. Gabriele D’Annunzio, nella poesia ‘Volterra’ osserva l’acropoli e l’orizzonte marino con gli occhi attenti e indagatori di Ulisse. Dà origine, così, a un costrutto poetico capace di rendere, non solo l’atmosfera, ma anche la dimensione chiaroscurale della Lucumonia. L’epoca etrusca, il Medioevo e il Rinascimento caratterizzano le due quartine che costituiscono la fronte della lirica. Il racconto è basato sul rapporto visivo interno ed esterno, sul contrasto tra vicinanza e lontananza dello sguardo e sulla tonalità della contrapposizione cromatica. Il desiderio della morte e della rinascita nell’eternità è racchiuso nell’ultima terzina che a sua volta contiene l’urna cineraria sulle cui formelle è raffigurata la sorte dei compagni dell’eroe greco.
Non solo, D’Annunzio parla di Volterra anche ne Il Piacere riferendosi a un episodio storico con una dovizia di particolari propria solo di chi ha avuto modo di studiare la storia anche su documenti originali.
Infine, un’autentica celebrazione della città si trova dove è ambientato il suo ultimo romanzo (che è stato dichiaratamente tra i suoi preferiti) Forse che sì forse che no.
Si tratta del primo romanzo al mondo in cui appaiono descrizioni di automobili, del telefono e dove si descrivono suggestioni paesaggistiche di alcune vedute aeree (il volo su Vienna è di poco antecedente); è il suo romanzo più ‘teatrale’, molto dialogato: non è un caso se da esso sono stati tratti tre film, uno del 1915 di produzione italiana, uno del 1920 di produzione francese e uno del 1964, Vaghe stelle dell’orsa di Luchino Visconti (Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia), che largamente vi si ispirò.
Festeggiare questo anniversario crediamo sia, oltre che un piacere, un dovere per questa città che, grazie a D’Annunzio, per la prima volta ha preso consapevolezza del proprio grandioso passato, dei suoi monumenti, del suo immenso patrimonio artistico e paesaggistico, della sua bellezza e delle sue potenzialità per una rinascita sospesa e ancora non avviata.
Le attività previste per la celebrazione del poeta riguardano azioni di valorizzazione della scrittura poetica e teatrale del Vate in maniera specifica la sensibilizzazione verso la conoscenza della produzione teatrale di Gabriele d’Annunzio, facendo leva su temi non sempre trattati ma che possono avvicinare alla conoscenza sia della poetica, sia della drammaturgia.
Le azioni prevedono la realizzazione di uno Studio del testo La città morta, appuntamenti di approfondimento del testo con analisi del linguaggio teatrale e poetico e la sua restituzione al pubblico. Può ancora oggi essere un’opera attuale, apprezzabile da un pubblico contemporaneo? La nostra risposta è sì.
Sappiamo tutti chi fosse D’Annunzio, uomo moderno, inserito pienamente nel secolo ventesimo, quello del futurismo: poeta, soldato, aviatore, linguista, critico d’arte e abilissimo precursore dell’uso dell’immagine, della pubblicità e dalla comunicazione di massa. Con grande intuito rispetto ad intellettuali e letterati fra ‘800 e ‘900, capì anche da subito le potenzialità del cinema, la decima musa capace di incantare folle di cittadini. Eccolo allora partecipare al colossal Cabiria o allestire negli anni ’30 al Vittoriale un cinematografo dove proiettare per sé e per i suoi ospiti film drammatici o comici ma anche cartoni animati come quelli di Braccio di Ferro. E sempre per la sua volontà di catturare e ammaliare le masse. D’Annunzio è stato anche abilissimo pubblicitario, inventando per una serie di grandi marchi e prodotti nomi e slogan finalizzati al lancio di liquori, panettoni, sciroppi, inchiostri, tessuti, magazzini. D’Annunzio è anche moderno nella sua capacità di essere uomo-immagine, uomo da copertina: l’eleganza dei suoi abiti di sartoria si può ancora oggi ammirare al Vittoriale. Infine, D’Annunzio è modernissimo nella sua veste di cronista, denunciando gli scempi edilizi della Roma umbertina e adoperandosi a favore del recupero e del restauro di luoghi d’interesse storico o culturale.
In un periodo come il nostro dove il rapporto con la natura, anche per stimolare una sensibilità ecologista, deve essere decisamente recuperato, la poesia di D’Annunzio potrebbe avere un ruolo fondamentale, finora trascurato, i suoi ‘concerti cosmici’ le sue ambientazioni rupestri dove si figura un ritorno alla classicità, nelle sue liriche dove si celebra la fusione tra uomo e natura, un abbandono totale verso tutto ciò che nel creato pulsa e vive. Ne fanno un poeta decisamente green e il suo panismo anticiperà il movimento post-surrealista Panico.
La Città Morta, il primo dramma del Vate, il suo primo tentativo di restituire al teatro la sua energia tragica, un grande testo di parola, di poesia, forse inferiore solo a La figlia di Iorio, sicuramente uno dei suoi capolavori, che si sposa con la nostra filosofia per la quale l’attore debba tornare al centro della scena teatrale, perché solo attraverso il recupero dell’attore (attrice) possiamo cominciare a tornare a parlare di teatro italiano, di teatro d’arte e di parola. Il tramonto profetizzato da D’Amico, dovrebbe essere oggi una nuova alba i grandi interpreti.
Volterra in d’Annunzio vuole evidenziare le suggestioni che la città ha trasmesso al Vate e viceversa, Gabriele d’Annunzio, nei versi che concludono il sonetto Volterra contenuto nella raccolta Elettra, immagina il proprio riposo eterno dentro l’urna conservata nel Museo Guarnacci. L’opera, che richiama nelle sue formelle uno dei passi più celebri dell’Odissea di Omero, unisce mito, ritualità e sentimento della trascendenza. Caratteristiche che appartengono alla cultura magico esoterica del poeta pescarese e che evocano atmosfere legate a un condottiero dell’antichità che esaltava, accanto alla ragione, l’ardimento eroico e il desiderio di conoscenza. Conservato a Volterra, il reliquario acquista, così, per il poeta, un fascino maggiore. Il ricordo epico si lega, infatti, a una città che racchiude in sé il passato e il senso religioso del futuro.
Festeggiare l’anniversario della nascita di Gabriele d’Annunzio crediamo sia doveroso per un Festival che già nel sottotitolo ‘Il Verso, l’Afflato, il Canto’ denuncia la sua propensione e vocazione per un teatro d’Arte, di Parola e di Poesia, nella più alta tradizione del teatro italiano e occidentale. Lo stesso teatro che D’Annunzio cercherà di ricostruire in modo a lui contemporaneo, non interrompendo una ricerca influenzata prima dal simbolismo per poi diventare esso stesso influente in tutto quello che sarà il teatro europeo a divenire. La vocazione di D’Annunzio per il teatro non nasce solo per il celeberrimo rapporto con Eleonora Duse, o con Sarah Bernhardt, ma dalla lettura dell’opera di Nietzsche La nascita della tragedia e anche i suoi viaggi in Grecia contribuirono non poco a delineare in lui un’esigenza creativa che ritornasse agli archetipi primordiali. Il tributo che il teatro contemporaneo deve a d’Annunzio è totale.
Egli fu il primo a rendere la rappresentazione teatrale realmente multidisciplinare (Danza, Musica, Poesia, Pittura, Scultura), il primo a ricorrere a scenografie plastiche che superavano il concetto della scena dipinta. In un’epoca, la nostra, dove si sente sempre più l’esigenza di ritornare a un teatro d’arte e di poesia, dove si sente sempre più l’esigenza che l’attore e l’attrice tornino ad essere al centro della scena, essere i protagonisti del processo teatrale creativo e performativo, in un periodo, il nostro, nel quale la scena italiana non insegna, né impara più nulla dal mondo intorno e sono scomparsi i grandi interpreti del secondo Novecento, lasciando un vuoto di idee, un appiattimento su mancanza di creatività e mantenimento di rendite di posizione, ripartire da Gabriele d’Annunzio potrebbe essere l’idea per valorizzare e cercare di recuperare quell’idea di teatro che ci appartiene ed entra dalla prosa all’interno del melodramma e si dipana da Seneca a Machiavelli, ad Ariosto, a Tasso, fino appunto allo stesso D’Annunzio.
Nel panorama della rivoluzione della scena teatrale in Europa fra Otto e Novecento Gabriele d’Annunzio occupa un ruolo di primo piano, con la sua idea di teatro multidisciplinare, con scene plastiche, anche en plein air, come estensione della scena urbana, congiunta a quella del ‘teatro di festa’, come recupero del teatro come rito e come energia rifondatrice dell’arte scenica da contrapporre alla routine del teatro borghese e commerciale. Il lascito dannunziano che il nostro progetto intende esaltare è l’idea di teatro inteso come movimento e stimolo delle nuove forze creative”.
D’Annunzio a Volterra
programma
9 – 10 – 11- 12 novembre 2023
Museo Etrusco Mario Guarnacci
Volterra
Il corpo e la danza
Il suono e la voce
workshop
con
Aurelio Gatti e Carlotta Bruni
La messa in scena
con
Sebastiano Tringali
Orari
9 novembre 14:30 – 18:00
10 novembre 11 – 13:30 / 14:30-18:00
11 novembre 11 – 13:30 / 14:30-18:00
12 novembre 11 – 13:30
25 novembre
ore 15:00 – 22:00
Palazzo Ricciarelli dello Sbarba
Immaginato Gabriele D’Annunzio
Retrospettiva dell’immaginifico cinematografico di Gabriele D’Annunzio
e il suo rapporto con la città di Volterra
con
Ugo Brusaporco
1 – 2 – 3 dicembre 2023
Museo Etrusco Mario Guarnacci
Volterra
Il mio occhio è perduto. La farfalla prigioniera non c’è più
da Notturno di Gabriele D’Annunzio
workshop
con
Luisa Stagni e Sebastiano Tringali
Orari
Prima sessione 15:00 – 18.00
Seconda sessione 11:00 – 13:00 / 15:00 – 18:00
Terza sessione 11:00 – 13:00 / 15:00 – 17:00
8 dicembre 2023
Palazzo dei Priori
Volterra
Ore 17:30
Volterra
Gabriele D’Annunzio inventore della pubblicità?
incontro con Nicola Fano
14 – 15 dicembre 2023
Palazzo Ricciarelli dello Sbarba
Volterra
La musica in D’Annunzio
workshop
con
Paola Massoni e Stefano Adabbo
Orari
14 dicembre 17:00 -19:00
15 dicembre 11:30 – 12:30 / 14:30 – 15:30
15 dicembre 2023
Palazzo dei Priori – Sala del Maggior Consiglio
in collaborazione con Accademia dei Sepolti
ore 18:00
Gabriele D’Annunzio e il teatro – La Città Morta
Incontro con
Prof. Giorgio Zanetti
15 Dicembre 2023
Palazzo Ricciarelli dello Sbarba
Volterra
ore 21:15
Piacere Notturno
Spettacolo
L’intenso e tormentato amore tra Eleonora Duse e Gabriele D’Annunzio rivissuto attraverso le parole del poeta e le romanze dei musicisti a lui contemporanei a cura di Paola Massoni.
con
Paola Massoni, soprano e interprete Simon Domenico Migliorini, interprete Stefano Adabbo, pianoforte
9 – 10 – 11 dicembre 2023
Museo Etrusco Mario Guarnacci
Volterra
Il verso e la voce
workshop
con
Simon Domenico Migliorini
Orari 15:00 – 18:00
Museo Etrusco Mario Guarnacci
Volterra
16 – 17 dicembre 2023
La Città Morta
di
Gabriele D’Annunzio
Ore 17:00
Mise en espace
con
Luisa Stagni, Sebastiano Tringali, Simon Domenico Migliorini
Aurelio Gatti, Carlotta Bruni, Paola Massoni, Stefano Adabbo
e gli allievi del workshop
Per iscrizioni e informazioni contattare dannunzioavolterra@gmail.com