I servizi si difendono con una cosa che gli infermieri conoscono molto bene. Monitoraggio. Abbiamo visto l’assenza di questa buona pratica, non compensata dalle montagne di selfie e autocelebrazioni, sul rinnovo delle patenti agli anziani, sulle poste di pomeriggio (è manna ora se ci ridanno un pomeriggio a settimana), sul punto Inps, sull’agenzia delle Entrate, sul polo logistico postale per lo smistamento, con quattordici posti di lavoro scivolati a Buriano, su cardiologia, pediatria etc etc.. Non fa certo eccezione la farmacia di Villamagna. Premesso che l’amministrazione da me guidata, dopo aver protetto e rilanciato il servizio scolastico nella frazione (mentre il Partito voleva invece chiudere a Villamagna), istituì con delibera la possibilità di ospitare una farmacia nel paese quando prima era classificata solo come “dispensario”, questa previsione, risalente al 2018, al massimo avrebbe portato a realizzare una proiezione del servizio, che all’epoca si poteva fare, con un dispensario nei Borghi, mentre una farmacia vera e propria era appena rinata a Villamagna. È ovvio che appena nata, non era minimamente all’ordine del giorno un suo spostamento. Premesso che la Terza Sezione del Consiglio di Stato ha sancito nel 2017 l’obbligatorietà del procedimento di revisione prima del termine degli anni pari, l’attuale amministrazione, invece di trovarsi di fronte al fatto compiuto, avrebbe dovuto revisionare e “monitorare” la situazione, sia nel corso del 2020, che nel corso del 2022, che è ormai agli sgoccioli. Per questo anche gli accenni al fatto che, quasi fosse stato un fulmine a ciel sereno, la delibera fatta nel 2018 abbia sconvolto uno status quo che vigeva da sempre e sarebbe durato per sempre, è assolutamente risibile. Si trattava di un atto di ricognizione legato alla fotografia di quello specifico momento. Dove sono le due ineludibili verifiche successive? Una farmacia non si sposta in un attimo. Perché non si è colta minimamente l’eventualità di questo spostamento? Ovviamente nessun serio monitoraggio del problema c’è stato. Anche in urbanistica, le previsioni che in tempi ragionevoli non danno luogo a modifiche, vengono riviste ed aggiornate, anche radicalmente. Per questo il “cadere dal pero” adesso, cercando di portare con sé nella caduta chi ha ottemperato a quanto richiesto dalla normativa del momento, è quantomeno grottesco. Se nella delibera risultassero omessi pareri necessari, come è stato ventilato a più riprese, il caso si sgonfia perché stiamo parlando di niente e la richiesta di trasferimento non va in porto. Ma se la delibera non avesse vizi di forma, la politica attuale, che ha i compiti di indirizzo e controllo, che ha fatto per ben due volte consecutive? La “fotografia” del territorio e della sua evoluzione, in quasi sette anni, è completamente cambiata. La vicenda è curiosa perché, se tanto mi dà tanto, da come è stata imbastita questa storia, c’è anche da vedere qualche articolo trionfale a seguito del parere legale, quale che sia, a coronamento di questo pasticcio annunciato. La cosa triste, e anche un po’ squallida, è il clima da derby che si è voluto creare fra gli abitanti di Villamagna e quelli dei Borghi. Entrambe le comunità meritano rispetto profondo, delicatezza, attenzione e servizi, a partire dal fatto che Villamagna non può perdere la sua farmacia, mentre anche i Borghi avrebbero potuto avere, e non so se questo sia ancora possibile con l’evoluzione normativa negli anni, una proiezione del servizio, senza andare a sguarnire la frazione. Villamagna e i Borghi, ma ci metterei tutta Volterra, non meritano di essere trattati così.
Marco Buselli