Pensavamo di averle viste tutte in politica, e anche a livello giornalistico, ma è proprio vero che non ci si finisce mai di stupire.. Una notizia, descritta come “eredità” della precedente amministrazione, buttata là solo per gettare discredito e senza neanche disturbarsi a spiegare, è stata quella confezionata dalla maggioranza in questi giorni. Questo è quello che è accaduto con #fareVolterra e con gli articoli apparsi su stampa, che fanno riferimento ad una causa persa dal Comune, riguardante il 2014. Verrebbe da pensar male, ma pare proprio una formidabile “arma di distrazione di massa” , mentre si ha notizia, ma su questo tutto tace, di un “buco” da ottocentomila euro nelle casse comunali nell’anno corrente.
Doverosa quindi è una risposta, almeno per far capire ai cittadini di cosa si sta parlando e per spiegare che alcune battaglie vale comunque la pena combatterle lo stesso, quando si ha la responsabilità rispetto ad una comunità che si ha l’onore e l’onere di amministrare.
Se avesse voluto, il Comune avrebbe potuto decidere di resistere alla sentenza di primo grado. Esistono tre gradi di giudizio, ma il partito ha preferito prendere al volo un primo, parziale giudizio e con questo chiudere la questione, addossando poi responsabilità alla nostra giunta. È una scelta politica, quella che hanno fatto, forse proprio perché ritengono giusto ciò che è successo. Un enorme patrimonio immobiliare, quello dell’ex Ospedale Psichiatrico di Volterra, il cui immenso valore è stato dilapidato nel tempo e lasciato in gran parte decadere in malora. Fa male che chi si riempie oggi la bocca di “rigenerazione”, non capisca quanto ciò che è stato fatto, ossia lo smantellamento dell’Ospedale Psichiatrico e del suo complesso senza nulla in cambio, assieme alla dissoluzione del patrimonio immobiliare e non, che lo accompagnava, sia stato uno degli errori strategici più importanti, nel determinare il declino, che si cerca di far apparire inevitabile, di Volterra.
Per quanto riguarda il testo che il gruppo #fareVolterra ha pubblicato su stampa, vorremmo estrapolare un passaggio fondamentale:
“In pratica – continua il Gruppo di #farevolterra – con i soldi della casse comunali si fece campagna elettorale per la forza di maggioranza e per l’ex Sindaco Buselli.”
Con fare imperativo, il partito che, in materia politica dovrebbe essere sufficientemente rodato, e quindi conoscere bene i limiti di ogni parola, lancia, indifferente, un’accusa bella e buona di diffamazione.
Quando si fa politica la si dovrebbe portare avanti sempre con rispetto degli avversari e, in caso di attacco vero e proprio, essere pronti a produrre le prove di quell’attacco.
Si rimane sbigottiti di fronte a tanta ingenuità politica, ma se la mano è la stessa degli ultimi giorni, e la voce è quella del capogruppo Lazzerini, allora le cose sono due: o #fareVolterra ha perso completamente ogni competenza giornalistica, quindi non ha più un ufficio stampa, o preferisce mandare al macello le nuove leve e lasciare che si facciano le ossa con una bella denuncia per diffamazione.
Le parole di Lazzerini hanno colpito ciascuno di noi, che si è sentito chiamato in causa e offeso nella propria onestà intellettuale.
Infine, una nota di amarezza. In un mondo che gira al contrario, vediamo dare risalto in chiave scandalistica all’esito, purtroppo non andato a buon fine, di quella che è stata una “doverosa” richiesta di trasparenza e di giustizia. È “normale” invece, e non è clamoroso, che un patrimonio “da mille è una notte” sia stato, al contrario di altre realtà similari, fatto a pezzi e svenduto, aggiungendo al danno della perdita di oltre un migliaio di posti di lavoro, anche la beffa. È “normale” che tutto questo sia avvenuto col cambio di idea da parte di un sindaco dell’epoca, dopo una “letterina” arrivata dalla Regione, col risultato di non aver neanche la decenza di passare prima dal Consiglio Comunale, per deliberare la svendita dell’intero compendio. Il patrimonio immobiliare dell’ex Ospedale Psichiatrico, compresa l’ingente proiezione sul territorio, fatta di colonie, terreni ed altro, è stato quindi di fatto polverizzato, ma ai “padroni” di Palazzo dei Priori, oggi evidentemente sta bene così.
Marco Buselli, Riccardo Fedeli, Paolo Moschi, Francesca Tanzini, Gianni Baruffa, Erika Pescucci, Tiziana Garfagnini, Massimo Fidi, Stefania Trafeli, Pietro Canzano, Ilaria Bosio, Diego Bellacchini, Luciana Martinucci