Abbiamo accolto con piacere l’iniziativa del Consiglio Comunale aperto sulla Cassa di Risparmio di Volterra, convinti che si tratti di una delle attività fondamentali per la nostra città.
La banca di Volterra nasce nel 1494, circa 22 anni dopo il Monte dei Paschi, e possiamo dire che si tratta di una delle banche più antiche di Europa.
Nasce come monte Pio, per contrastare l’usura, dalle volontà caritatevoli di personaggi importanti come il beato Raffaello Maffei.
Per questo siamo sensibili ad ogni posto di lavoro, e vogliamo che i contrasti possano risolversi nel migliore dei modi.
Siamo consapevoli che il mondo bancario è in evoluzione e in cambiamento: da un lato c’è il trasferimento in modalità telematica di sempre più servizi, i quali sono online o comunque svolti con semplici tessere automatiche.
Non nascondiamo che ci sono politiche europee e sovraeuropee che puntano apertamente all’omologazione, sprezzanti della storia dei territori e delle varie particolarità. Ci sono politiche che tendono a unire, fondere gruppi economici, finanziari, industriali, fino ad arrivare ai Comuni. Piace il grande oggi.
In questo scenario noi vediamo territori ricchi che diventano sempre più ricchi, e territori poveri che si impoveriscono sempre più.
In Toscana, negli ultimi 10 anni abbiamo assistito ad una rivoluzione: MPS non è più in mani senesi, la Cassa di San Miniato ha perso il marchio, le BCC sono un quinto rispetto a prima, e di banche popolari ne sono rimaste un paio.
La CRV è l’ultima Cassa di Risparmio rimasta in Toscana, mentre le altre sono tutte chiuse.
La CRV è ancora per il 75% della Fondazione.
Le leggi attuali, che non amano il piccolo, costringono a vendere quote, in un momento di crisi mondiale.
Mentre auspichiamo un dialogo, e la soluzione migliore per tutti i lavoratori, vogliamo dire forte e chiaro che Volterra e la Valdicecina non possono perdere la propria banca.
Sarebbe una rovina unica per il nostro territorio,che perderebbe, oltre un volano economico, una istituzione qualificante per un’intera area.
Questo non significa che il cda sia esente da sbagli (e secondo noi alcuni negli anni sono stati compiuti) ma serve proseguire nella strada tracciata di cercare più partner affini.
Abbiamo purtroppo sentito qualcuno, tra le sigle sindacali, non tutte per fortuna, aver detto che “l’autonomia non è un dogma”. Ecco, su questo punto noi non ci stiamo.
La Cassa deve rimanere volterrana. La CRV non è una banca qualsiasi, e il dialogo attuale ne è la prova. Se facesse parte di un grande gruppo non saremmo oggi a discutere.
Noi siamo soddisfatti della ripresa del dialogo tra la direzione, che ha una grande responsabilità, e i lavoratori. Ma su un punto siamo fermi: il palazzo di Piazza dei Priori non può cambiare la sua storica scritta: Cassa di Risparmio di Volterra.
Lista Civica Uniti per Volterra