di Duccio Gasparri
In questo momento i lavori di scavo alla “curva sud”, quella sotto la scarpata della chiesina della Madonna del Livido, dove lo scorso anno furono rinvenute le gallerie sotterranee sono momentaneamente abbandonati, l’area è off limits in attesa dei permessi dei vigili del fuoco del comando provinciale di Pisa per poter proseguire, insieme agli strutturisti del team di scavo, le ricerche dei vari tunnel in piena sicurezza. “Per far questo – dice la dottoressa Elena Sorge responsabile degli scavi – abbiamo necessità di direttive precise e cogenti”.
Ora il lavoro è concentrato nella parte nord dell’Anfiteatro. Una zona molto complessa che richiede molta attenzione, anche perché i vari reperti che emergono sono in pessimo stato di conservazione è ci sono pericoli di crolli. “Cercheremo di capire anche un po’ di quote – dice ancora la dottoressa Sorge – perché dalle prime indagini fatte dalla società che indaga per noi con apparecchiature elettroniche, la roccia sia assestata molto più in basso rispetto alla nostra quota. Quindi c’è da aspettarsi di scavare ancora molto a lungo. La qualcosa ci diverte assai ma ci complica notevolmente la vita”.
Intanto una piccola ruspa con un tocco dolce ogni volta porta via leggeri strati di terreno con lo scopo di arrivare all’arena, come dire: “il campo di gioco”. “La discesa verso l’arena – è sempre Elena Sorge che parla – è fatta con la calma del caso, perché ogni 30-40 centimetri emergono delle nuove tracce di arature. Peraltro quelle appena rinvenute sono particolarmente ben conservate. Dobbiamo avere molta cura perché è bacino ricchissimo di informazioni. Lo scavo è lungo è come costruire un puzzle da un milione di pezzi e per ora siamo a mettere la cornice”.
Nonostante tutto però ora la situazione appare molto più definita e gli archeologi sanno anche che cosa aspettarsi perché si sta scavando strati molto simili ad altri già scavati. Novità di quest’anno la presenza in cantiere del topografo: “la presenza di questa persona – aggiunge la Sorge – velocizza il lavoro perché gli strati che vengono scavati vengo immediatamente documentati e questo garantisce un’ottima documentazione e anche una certa velocità dello scavo”.
Questa è lo stato attuale dell’arte. Gli scavi stanno procedendo velocemente e sono stati ritrovati una decina di focolai tardo antichi: “Ritrovamenti che fanno brillare gli occhi ai colleghi che si occupano di questi periodi storici – afferma ancora Elena Sorge –. Del resto è molto raro trovarne, noi ce l’abbiamo a decine tutti scavati con somma cura. Si tratta di focolai, dei punti di fuoco che potevano servire per illuminazione oppure per preparare pasti caldi, che sono stati ritrovati al di sotto del crollo della volta. Questo sta a significare che quando sono stati accesi la volta c’era ancora. Queste sono tutte cose successive all’abbandono della struttura. Dobbiamo pensare che nel IV°-X° secolo a Roma c’erano delle ditte specializzate nello smontaggio dei monumenti romani. Immaginate qui tutta la gente che sta lavorando, che ci passa interi mesi che dorme e mangia qui. Quindi io ritengo che questi focolai, alcuni ad uso alimentare perché abbiano ritrovato anche le ossa di animali da cortile che evidentemente si erano mangiati, servissero come punti di illuminazione, forse anche per gli stessi contadini che forse nel VI° secolo avevano fatto le arature. Queste sono tutte cose che scopriremo andando avanti”.