È sotto gli occhi di tutti il paesaggio devastato che si apre affacciandosi dalla spalletta dei ponti verso la val di Cecina. È altresì conoscenza collettiva quali sono le cause di questa devastazione e della battaglia legale e politica che è stata portata avanti negli ultimi 30 anni di storia di Volterra in merito allo sfruttamento di quella zona.
Le molteplici richieste portate avanti convergevano e convergono verso un unico obiettivo: la tutela del territorio. Purtroppo si tratta di un obiettivo non raggiunto e la Val di Cecina ha continuato ad essere depauperata del suo bene prezioso, il sale, che è stato sfruttato da Solvay senza che a questo corrispondesse una ricaduta fortemente positiva per il territorio, o anche solo una vera tutela.
Lo sfruttamento dei banchi di sale, e di pari passo lo sfruttamento dell’acqua del fiume Cecina che serve per l’estrazione, sono state le cause che hanno determinato l’attuale condizione che si vede dalla spalletta dei ponti.
Con l’accordo firmato il 13 Ottobre 1995 è iniziato il lento degrado del nostro territorio, dando vita a conseguenti e spontanee manifestazioni di protesta.
Da questa data associazioni ambientaliste, gruppi di cittadini e il “comitato per la difesa della val di Cecina” si sono schierate contro l’attuazione dell’accordo, forti dell’impatto ambientale ed economico che sarebbe ricaduto negativamente sulle nostre zone.
Nel corso degli anni abbiamo assistito ad un prelievo smisurato del sale, ad uno sfruttamento del suolo le cui conseguenze si sono fatte sentire e vedere. Adesso siamo arrivati ad un punto di non ritorno e abbiamo constatato che il territorio di Volterra e della Val di Cecina ha bisogno estremo di interventi per la messa in sicurezza laddove sono state fatte le perforazioni e dove esistono situazioni di pericolosità dovute alle subsidenze e ai camini di collasso.
Occorre porre un freno a questo sfruttamento sconsiderato, sia in considerazione del fatto che una percentuale delle royalties derivanti dall’estrazione del sale devono essere destinate al finanziamento dei progetti per lo sviluppo economico del territorio sfruttato, che del fatto che esistono protocolli d’intesa siglati dal Ministero per lo sviluppo economico con la Regione Toscana che vanno in questa direzione.
Partendo dal presupposto che le royalties pagate dalla multinazionale non sono altro che il compenso riconosciuto al proprietario del terreno, in questo caso il Comune di Volterra, riteniamo doveroso che siano ridistribuite sul nostro territorio. Per questo, come gruppi consiliari di opposizione Per Volterra e Uniti per Volterra, presenteremo una mozione nel prossimo consiglio comunale con la quale “impegnamo il Sindaco del Comune di Volterra e la giunta di farsi portavoce verso la regione Toscana al fine di chiedere la sottoscrizione di un protocollo d’intesa /accordo siglato dal Ministero dello sviluppo economico, dalla regione Toscana e dal Comune di Volterra, per restituire al territorio, sotto forma di compensazione, una quota delle risorse derivanti dai giacimenti stessi”.
In questo modo, parte delle somme derivate dallo sfruttamento ritorneranno al territorio stesso, permettendo e un’effettiva tutela e un corretto ripristino.