10 mila imprese a rischio estinzione 9 miliardi di euro il Pil prodotto dalle imprese del terziario (74% del Pil provinciale) il 60% delle imprese è in difficoltà nel rispettare le scadenze fiscali
Diecimila imprese pisane rischiano l’estinzione, per sopravvivere non abbiamo altra via d’uscita che lo sciopero fiscale. Ha il sapore dell’ultima spiaggia l’annuncio della presidente di Confcommercio Provincia di Pisa Federica Grassini, pronta insieme ad altre 50 mila imprese toscane del commercio, del turismo e dei servizi ad una protesta clamorosa, forte e inevitabile come lo sciopero fiscale. “Come sistema toscano di Confcommercio abbiamo scritto una lettera al nostro presidente nazionale Carlo Sangalli con la richiesta di far valere le nostre ragioni di fronte ad un governo evidentemente disinteressato alla imminente liquidazione di migliaia di imprese del terziario, impossibilitate per legge a lavorare, e quindi a fatturare e a incassare. Peccato che il governo non si è preoccupato di fermare i costi delle nostre aziende, che invece continuano a correre inesorabilmente”.
“E allora, oggi che non abbiamo ormai più risorse, preferiamo continuare a pagare prioritariamente dipendenti e fornitori, piuttosto che versare gran parte del frutto dei nostri sacrifici nelle casse di uno Stato che ha decretato il nostro fallimento, senza tutela né rispetto” – chiarisce la presidente: “La situazione è davvero paradossale, perché al di la dei cosiddetti ristori, appena sufficienti a pagare qualche bolletta, non ci è stata concessa neppure la sospensione dei contributi. Alziamo la voce e faremo di tutto per evitare la liquidazione definitiva, perché non si può cancellare in questo modo una intera economia, ben 23 mila imprese provinciali del commercio, del turismo e dei servizi (su un totale di 44 mila) che da sole producono 8 miliardi e 800 milioni di Valore Aggiunto, pari al 74% del Pil prodotto da tutto il sistema economico pisano e garantendo occupazione per oltre 75 mila persone”.
Le ricadute di questo secondo lockdown prefigurano una scenario di desertificazione da apocalisse commerciale vera e propria: “Da qui al 31 dicembre certificheremo il crollo dei ricavi e l’esposizione alla chiusura per il 41% delle imprese del terziario della provincia di Pisa, ovvero circa 10 mila aziende, con ricadute apocalittiche specialmente sui comparti della ristorazione della ricezione turistica, dell’abbigliamento, con la pandemia che ha riportato i consumi indietro di trent’anni”.
“Lo sciopero fiscale è uno strumento di protesta sindacale legittimata dalla Costituzione, e non c’entra nulla con l’evasione fiscale, anche se siamo consapevoli del fatto che non ci potremo sottrarre al pagamento delle ritenute, dell’Iva e della tassa di soggiorno, mentre per tutte quelle che possono essere oggetto di sciopero l’ente creditore potrà comunque pretenderne il pagamento” – sottolinea la liceità dell’iniziativa il direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli che aggiunge: “il 60% delle imprese del terziario della provincia di Pisa (14 mila aziende) ammette di essere in difficoltà nel rispettare le scadenze fiscali, con un dato ancora più marcato presso gli operatori della ristorazione, la ricezione turistica, gli esercizi del commercio al dettaglio non alimentare. La situazione è drammatica” – conclude il manager di Confcommercio – “ma una mano sul fronte dei tributi potrebbe arrivare anche dai comuni, in virtù della legge di bilancio del 2020 che consente alle amministrazioni comunali di dilazionare i pagamenti dei tributi locali fino a 72 rate mensili”.
Lista delle tasse e imposte che possono essere oggetto di sciopero fiscale
Imposta regionale sulle attività produttive (Irap); Imposte sul reddito delle società (Ires); Maggiorazione IRES Società di comodo; Imposta per l’adeguamento dei principi contabili (Ias); Imposta sostitutiva per la rivalutazione dei beni d’impresa; Tassa annuale sui registri contabili; Imposta sostitutiva imprenditori e lavoratori autonomi regime di vantaggio e regime forfetario agevolato; Contributo Ambientale Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi); Imposte e dazi doganali; Tassa di iscrizione agli Albi professionali o all’abilitazione dell’esercizio professionali; Addizionale comunale sui diritti d’imbarco di passeggeri sulle aeromobili Imposta sulle riserve matematiche di assicurazione; Tasse sulle persone fisiche; Imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef); Tasse sull’istruzione Canoni su telecomunicazioni e Rai Tv; Imposte su giochi e lotterie; Imposte sui consumi di prodotti particolari; Tasse su auto e trasporti; Bollo auto.