Di seguito pubblichiamo la lettera del Difensore Civico Sandro Vannini in relazione ai posti letto di Terapia Intensiva, dopo l’incontro avuto il 7 settembre con SOS Volterra in presenza e l’associazione Mamme val di Cecina in collegamento telefonico, in rappresentanza anche dell’associazione Difendiamo l’Ospedale e dell’associazione Volterra Infanzia.
“Come è noto ai destinatari della presente quest’ufficio è sempre estremamente attento a fronte di simili richieste a bilanciare quelle che sono le legittime aspettative dei territori con l’esigenza che le unità operative rispondano a precisi standard di sicurezza per i pazienti e di esperienza dei sanitari che si troverebbero a gestirle in relazione alle famose soglie di prestazioni, ben note a chi opera nel campo del rischio clinico e solitamente a fronte di simili richieste l’ufficio del Difensore civico si è sempre posto con molta cautela, ma nel caso in questione va osservato che:
- Volterra è una città che già è isolata e distante dai tre presidi più vicini (quello di riferimento che è Pontedera, Campostaggia e Cecina) con collegamenti stradali non veloci soprattutto in caso di maltempo, ma per molti utenti del territorio dell’Alta Val Di Cecina costituisce un punto di arrivo distante decine di chilometri. Quindi un paziente che giunge a Volterra ha già spesso percorso molti chilometri e non è detto che si tenti subito il trasporto subito in elisoccorso dal domicilio del medesimo, optando invece per stabilizzarlo prima a Volterra, considerato che peraltro in condizioni meteo avverse Pegaso non può volare;
- l’emergenza COVID19 ha fatto emergere l’esigenza di potenziare i posti di rianimazione, il Governo ha previsto finanziamenti in tal senso e la logica vorrebbe che – alla luce proprio dell’opportunità di avere ospedali con rianimazioni dedicate ai pazienti COVID e altre ai pazienti non COVID che i letti di rianimazione fossero in strutture diverse e non tutti concentrati nel medesimo presidio ospedaliero, come del resto testimonia il caso della rianimazione di Pontremoli nello stesso territorio dell’Azienda Sanitaria Nord Ovest. Tutti i programmi elettorali dei candidati presidenti e tutte le affermazioni anche del Governo centrale hanno riproposto l’esigenza di ripensare ai modelli sanitari e a valorizzare e ripensare in questo contesto anche i piccoli ospedali.
- Normalmente avanzerei riserve perché è purtroppo tragicamente nota alla luce dell’esigenza che durante l’emergenza COVID19 ha reso necessario attrezzare a rianimazioni anche le sale operatorie, la differenza fra rianimatori con competenza specifica su pazienti in condizioni respiratorie critiche e rianimazioni gestite da anestesisti che normalmente monitorano per gli interventi chirurgici un paziente in condizioni stabili. Tuttavia va evidenziato che oltre all’esperienza in questo campo dei sanitari di Volterra (esistono già quattro letti di sub intensiva), l’ospedale confina con il Centro Auxilium Vitae che gestisce proprio criticità e riabilitazione cardiaca e respiratoria: peraltro i pazienti in riabilitazione al Centro Auxilium Vitae possono avere aggravamenti per i quali si rende necessario il ricovero in rianimazione e trasferirli in un altro presidio ospedaliero fuori Volterra porrebbe anche problemi di raccordo nella continuità assistenziale, mentre la presenza di posti un’unità di rianimazione a Volterra la renderebbe possibile.
- Evidenzio altresì che a Volterra oltre che a una Casa di reclusione è presente una REMS (motivo per il quale la presente è indirizzata anche al Garante dei Diritti delle Persone private della Libertà personale) e che un paziente della REMS che si trovasse a dover essere ricoverato in rianimazione porrebbe una serie di problemi per quanto attiene la sorveglianza e anche per quanto attiene la possibilità per gli psichiatri che lo hanno in carico di seguirlo durante il ricovero, se la rianimazione è altrove, lo stesso dicasi per le criticità per la sorveglianza di un detenuto durante il ricovero se lontano dalla sede ove si trovano le guardie carcerarie.
- Infine rilevo come, anche se ovviamente a fronte delle priorità sanitarie non possono porsi problemi di spesa, l’Associazione ci riferisce che la Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra si sarebbe resa disponibile a finanziare la creazione dell’Unità di Terapia intensiva. Alla luce di quanto sopra evidenziato resto in attesa di capire dall’Azienda Sanitaria e agli altri destinatari della presente con che modalità se nel previsto aumento dei letti di rianimazione vi sia spazio per un’unità anche sull’Ospedale di Volterra per le ragioni sopra elencate. Ringraziando per la colloborazione in attesa di un riscontro, disponibile ad approfondire le problematiche in un incontro con la Direzione Aziendale, porgo i migliori saluti.”
Il Difensore civico
(Dott. Sandro Vannini)
PS all’incontro col Difensore Civico, che a seguito dell’incontro ha inviato questa lettera, ha partecipato SOS Volterra in presenza e l’associazione mamme val di Cecina in collegamento telefonico, in rappresentanza anche dell’associazione Difendiamo l’Ospedale e dell’associazione Volterra Infanzia