Il lavoro che ha portato alla stesura del dossier di candidatura per Volterra a Capitale Italiana della cultura per il 2022 è riuscito a unire intorno a un progetto comune di sviluppo territori che sembrava difficile far collaborare.
Consegnato il dossier, adesso dobbiamo realizzare i progetti in esso contenuti, non dividendo la nostra provincia in blocchi che hanno dimostrato i loro punti di forza e i loro limiti. E’ anacronistico dividere il territorio in Bassa e Alta val di Cecina, Alta Val d’era e Val d’Era. Se vogliamo che questi territori, considerati storicamente periferici, abbiano forza e prospettiva di crescita culturale, economica, occupazionale e demografica dobbiamo avere il coraggio di parlare con una sola voce. Realtà che fino a pochi anni fa si ritenevano autonome sia dal punto di vista economico che occupazionale, ora devono fare i conti con le mutazioni che nel sistema nazionale e internazionale stanno avvenendo. Stiamo assistendo a un progressivo spopolamento delle aree interne, come nel nostro caso, a favore dei grandi centri urbani. Solo in Toscana si stima che fra il 2020 e il 2050 avremo una riduzione di circa 200.000 abitanti dalle aree interne e montane. Questo spopolamento porterà a una logica quanto inevitabile diminuzione dei servizi e del lavoro. Oltre a questo, dovremo affrontare dinamiche di carattere sociale che si presenteranno: invecchiamento della popolazione e, allo stesso tempo, il trasferimento di giovani che se ne andranno per trovare lavoro in città più grandi.
Questo è il futuro che si prospetta davanti a noi se non decidiamo di cambiare modo di agire, di pensare e di porci. Abbiamo bisogno di un grande piano strategico che tenga conto delle singolarità dei vari comuni e che da queste possa sviluppare strategie di rilancio territoriali. Un progetto che riesca ad andare in controtendenza a quello che sta già avvenendo. La crisi sanitario-economia collegata al Covid-19 ha evidenziato come lo sviluppo economico/finanziario incentrato sui grandi agglomerati urbani possa facilmente dimostrare le proprie criticità. Dobbiamo profilare un sistema che vada a valorizzare i centri intermedi. Allo stesso modo, questi ultimi devono essere capaci di uscire dalle loro singolarità e di proiettarsi all’esterno, ampliando le loro azioni attraverso politiche di area che comprendano tutti i settori possibili.
Fra questi strumenti è necessario un nuovo sistema di viabilità che colleghi città come Volterra, attraverso una rete sicura e moderna, a Pisa e al suo aeroporto, a Livorno e alla costa. Inoltre, dobbiamo ripensare una mobilità leggera e ambientalmente sostenibile che colleghi tutto il territorio. Oltre a questo è fondamentale rompere gli attuali schemi amministrativi che delimitano i vari comuni del territorio. Questo deve essere fatto nell’ottica di capire che gli investimenti, anche se sviluppati in un altro comune, ma canalizzati in un progetto di area, possano creare benefici per il territorio e la sua comunità.
Questi sono solamente due esempi di quelle che potrebbero essere le varie politiche da mettere in campo, ma dobbiamo anche analizzare e valorizzare i servizi di cui usufruiscono. Basti pensare alla rete ospedaliera comune fra Volterra e Pontedera, all’asse ferroviario Cecina-Pontedera che congiunge le due città e viene utilizzato da tutta l’area come snodo infrastrutturale. Basti pensare a tutto il comparto geotermico che rappresenta, insieme al suo indotto, la ricchezza principale di buona parte dell’Alta Val di Cecina.
Molti altri settori possono e devono essere messi in rete per far sì che tutta la zona ne tragga beneficio. Ci riferiamo in modo particolare al settore del turismo e alla ricchezza che genera sulle nostre città. Per governarlo adeguatamente abbiamo bisogno di creare un territorio attrattivo che possa esprimere, da Pontedera a Cecina passando da Volterra, un’offerta culturale articolata e coordinata nell’ambito delle progettualità maturate durante la stesura del dossier di candidatura a Capitale Italiana della Cultura per il 2022 di Volterra.
Potremmo continuare ad esaminare i vari aspetti da mettere a sistema e tutte le prospettive per il futuro della Val di Cecina e della Val d’Era. Appare però chiaro che se le nostre città e i nostri comuni vogliono avere un futuro di crescita economica, occupazionale, demografica, turistica e culturale devono iniziare a lavorare insieme. Per questo motivo è necessario collaborare per istituire un’unica grande Unione Comunale di Territorio che non si limiti ad accorpare alcune funzioni in gestione associata, ma che crei nuove opportunità per tutti. Lasciamo da parte i nostri campanilismi che contraddistinguono la Toscana e la sua storia con il coraggio di lavorare insieme. Volterra è pronta per fare questo passo insieme a tutti i comuni che vorranno condividere con noi questo nuovo percorso.
Giacomo Santi
Sindaco di Volterra