Informiamo la popolazione che, mentre di fronte al Consiglio Regionale, abbiamo incontrato e ci sono venuti a trovare diversi Consiglieri Regionali, ben tre candidati alla Presidenza della Regione, nonché candidati al ruolo di Consigliere Regionale, il Presidente Rossi ha risposto a SOS Volterra. Il Presidente uscente ci ricorda che, come disposto dal decreto legge 34 del 2020, “al fine di fronteggiare adeguatamente le emergenze pandemiche, come quella da Covid19 in corso, le Regioni e le Province autonome devono garantire l’incremento delle attività in regime di ricovero, rendendo “strutturale” la risposta all’aumento significativo della domanda di assistenza correlata”. Nello specifico la misura prevede “una dotazione di posti letto di Terapia Intensiva pari a 0.14 posti letto per mille abitanti”, oltre alla necessità inderogabile di assicurare per almeno il 50% dei posti di subintensiva, la “possibilità di immediata conversione in posti letti di terapia intensiva”. Dopo queste premesse e la raccomandazione da parte del Ministero, di creare un sistema “flessibile” e non rigido, oltre a rendere “strutturali” le modifiche, ci sembrava che ci fossero tutte le condizioni per creare un sistema più forte e più capillare sui territori, senza dover improvvisare posti letto di terapia intensiva nelle aree fieristiche, sui battelli o in strutture dismesse. Se si fossero creati tre posti di Terapia Intensiva a Portoferraio, tre posti, tre posti in Garfagnana, tre posti a Volterra, solo per fare degli esempi, sicuramente si sarebbe creata una rete strutturata e flessibile sui territori, che, nello spirito di quanto richiesto dal Ministero, avrebbe potuto permettere, a fronte di diverse possibilità pandemiche, di avere ospedali dedicati e altri ospedali, dotati di posti letto di terapia intensiva, ma non dedicati all’emergenza pandemica, perfettamente in grado di garantire una seconda battuta, che quantomai è apparsa indispensabile, anche durante questa emergenza Covid.
Con la delibera regionale 741 del 2020 invece, si sono stabiliti i criteri con cui si sarebbero resi disponibili i posti letto in più. Naturalmente nessuna richiesta è partita da Volterra ed il risultato, certificato anche dalla risposta del Presidente Rossi, è “zero”. Ma ci preme segnalare un’altra incongruenza nella risposta del Presidente, perché, mentre si dice che sarà potenziato solo chi è sede di Dea di secondo o primo livello, i posti letto di terapia intensiva vengono aumentati a Piombino, che è invece inquadrato come Volterra, ossia come sede di Pronto Soccorso, lasciando comunque l’Elba al palo, come Volterra. Chiudiamo con la cosa che ci fa più rabbia, perché purtroppo dire che avevamo ragione, ormai non serve a niente. All’inizio dell’emergenza Covid, facemmo appello affinché Volterra, forte delle sue caratteristiche che la vedono peraltro dotata di pneumologi con Auxilium Vitae, nonché dell’unica Respiratoria in Toscana, potesse ricoprire un ruolo di terapia intensiva in fase emergenziale; ruolo che in qualche modo dopo, le sarebbe stato riconosciuto. Oggi, mentre a Volterra si è preferito pensare alle “cure intermedie” e alle “dimissioni difficili”, il Presidente Rossi ci scrive nero su bianco che tra gli ospedali che beneficeranno del piano di riordino, ci sono quelli, oltre ai Dea di secondo e primo livello, che hanno “attivato posti letto di terapia intensiva” in piena “fase emergenziale”. È uno dei quattro criteri individuati, che con un po più di lungimiranza e col supporto di una Fondazione come la Volterra, avremmo potuto tranquillamente centrare.
Dopo Firenze non ci arrendiamo, ma chiediamo che la politica oggi rimedi agli errori strategici fatti finora, impegnandosi da subito a rivedere la programmazione regionale e la delibera che mortifica Volterra, cui tre posti di terapia intensiva spettano in base ai nuovi indici ministeriali, mentre qua hanno fatto finta di non saperlo.
SOS Volterra