Si fa un po’ di difficoltà ad orientarsi nell’ultimo comunicato di Uniti per Volterra, che – saltando di palo in frasca – mette insieme, al netto degli slogan e delle farsi fatte, critiche al sottoscritto e al PD su vari temi: sanità (che ci sta sempre bene), teatro in carcere, democrazia, civismo. Proviamo a capirci qualcosa.
Credo che i posti letto – o, detto meglio, il diritto alla salute – si difendano di più con la proposta che con la protesta La proposta al momento sul tavolo è, dopo molto tempo, una proposta espansiva dal punto di vista del potenziamento delle attività. Si pone – in estrema sintesi – l’obiettivo di mantenere gli attuali posti letto; aumentare il basso tasso di occupazione aumentando l’attività chirurgica; migliorare la dislocazione dei vari reparti per migliorare l’efficienza del servizio (OBI vicino al Pronto soccorso, Chirurgia vicino alla sala operatoria, Medicina vicino alla radiologia, etc) e di realizzare 20 posti letto NUOVI di cure intermedie, bisogno più volte rilevato per la cura e l’assistenza alla popolazione della nostra zona che è tra le più anziane della Regione. Il DH oncologico troverà posto in un’area dedicata dopo un periodo, il più breve possibile, nel quale è stato trasferito in una zona che è stata valutata, dai sanitari, potenzialmente meno a rischio infettivo di quella in cui era ospitato da diversi anni e che in questo momento è oggetto di lavori e di possibili relazioni con pazienti ancora non sottoposti a tampone.
Nella genesi di questa proposta c’è stata qualche criticità e qualche aspetto è stato gestito troppo superficialmente, così come ha rilevato anche il gruppo consiliare #fareVolterra nella mozione approvata in Consiglio, in cui, per esempio, si richiede un miglioramento delle relazioni sindacali sulla riorganizzazione, cosa che mi risulta stia avvenendo in questi giorni.
La mia voce su questo tema è certamente nota all’interno del mio Partito e, come sempre, sono disponibile a renderla nota a chiunque me lo chieda, in qualsiasi contesto.
Nel merito del tema oggetto del mio intervento della scorsa settimana ribadisco la condanna politica rispetto a chi vuol far passare il messaggio che chi ha un impegno civile e politico (necessariamente di parte) non possa pensare di continuare a fare il proprio lavoro qualora la parte che ha sostenuto diventi – pro tempore – quella che amministra una città, una Regione o uno Stato. A mio avviso, se ne ha le competenze lo devo poter continuare a fare ed il mio Partito, in questo senso, non ha mai richiesto epurazioni di nessun tipo anche se non sono mancate le circostanze. Non mi sorprende certamente che, chi sostiene tali tesi, trovi “fumose” espressioni come “competenze”, “cultura” e “promozione”. Mi conforta, inoltre, il trovarmi – come ideali e valori di riferimento – da tutt’altra parte.
Sull’approccio civico di un soggetto politico che ha vantato il sostegno nell’ultima campagna elettorale del maggior numero di partiti (un fritto misto fra Lega, IdV, Socialisti e non so chi altro) direi che non c’è molto da dire: un civismo da prendere “al bisogno”, come la Tachipirina.
P.S. mentre finivo di scrivere è arrivata anche – come l’ultima ruota del “tandem” – la nota di Per Volterra, battuta sul tempo dai cugini di UPV, sugli stessi argomenti. Direi che è sufficiente fare un “copia e incolla” con un’unica aggiunta sui temi del territorio. Anche in questo caso vale, per me, lavorare sulle proposte più che cercare visibilità con le proteste e, in questo caso, con il PD e nel ruolo che provvisoriamente ricopro di componente del Coordinamento provinciale, sto lavorando da tempo, oltre che sulla sanità, sui temi della viabilità e delle concessioni minerarie, sulla nostre risorse: la geotermia e il sale, cercando di trovare l’unità politica del territorio e in questo modo la maggior capacità di proposizione e la maggior forza di azione.
Massimo Malfetti
Segretario Unione comunale PD Volterra