Il Consigliere Regionale della Lega Jacopo Alberti, rilancia la proposta del Consigliere Comunale Paolo Moschi: “Con gli anestesisti possiamo convertire una parte dei posti di riabilitazione pneumologica. Siamo a disposizione”
“C’è la necessità di aumentare del 50% i posti nei reparti di terapia intensiva e di raddoppiare quelli di pneumologia e malattie infettive: a Volterra abbiamo 20 posti in unità di respiratoria, con gli anestesisti i nostri medici sono pronti a convertirli in terapia intensiva”. Il Consigliere Comunale di Volterra Paolo Moschi lancia la proposta di riattivare il reparto, chiuso ormai da 15 anni. “Sono giorni drammatici e sappiamo che possiamo dare una mano, sul territorio e anche oltre. Qui a Volterra c’è un ospedale che è stato depotenziato fortemente negli ultimi anni, ma abbiamo professionalità che sono pronte a lottare contro il coronavirus, convertendo una parte dei posti letto del reparto di riabilitazione pneumologica in terapia intensiva. Bastano solo pochi anestesisti, e potremmo curare i pazienti anche provenienti da fuori. Inoltre, con gli accorpamenti dei reparti che sono state fatte in questi anni, abbiamo spazio, il nostro ospedale è funzionale e può essere di supporto per le strutture più grandi”.
“Negli ultimi anni – dice il Consigliere Regionale Jacopo Alberti – sono state fatte scelte scellerate che hanno ridotto i reparti un po’ ovunque, accentramenti che hanno penalizzato le piccole realtà che invece funzionavano. Tagli che hanno affossato un sistema sanitario che oggi si trova al collasso per questo. A Volterra c’era il reparto di rianimazione/intensiva, ma è stato smantellato proprio da Rossi. Medici, infermieri e operatori di Volterra sono pronti a fare la loro parte, e sono da elogiare. Rilancio, insieme ai colleghi Gabriellini, segretario della Lega di Pisa, e Melchionno, responsabile della Lega di Volterra, la proposta di Moschi. Se con una minima dotazione di anestesisti si riesce a riaprire un reparto di intensiva, facciamolo. Mettiamo a disposizione quel reparto per i cittadini dell’Alta val di Cecina ma anche per pazienti di altre regioni”.