Approvata una mozione che impegna la Giunta Regionale a predisporre un progetto con fini di tutela, valorizzazione e promozione del tartufo in Toscana.
La mozione, presentata da Irene Galletti (M5S) e approvata dall’aula nel testo sostitutivo che accoglie emendamenti del consigliere Andrea Pieroni (PD) sottoscritti dalla stessa consigliera Galletti, prevede che la Giunta Regionale predisponga un progetto di mappatura delle aree tartufigene che coordini e armonizzi i dati provenienti dalle zone geografiche di provenienza
La Toscana è una delle regioni a più alta vocazione tartufigena, ricorda Irene Galletti, e la legge regionale sulla raccolta 50/1995 ha previsto una gestione attenta per la tutela degli ecosistemi e ha consentito, a livello comunale e provinciale, la mappatura delle tartufaie naturali. “Nasce ora una duplice esigenza”, rileva la consigliera, illustrando il testo in aula, “da un lato occorre tenere sotto controllo, con autorizzazione regionale, il diritto alla raccolta ‘riservata’ nelle tartufaie coltivate o controllate, dall’altro garantire la libera ricerca e raccolta ai titolari di specifica abilitazione”. A suo parere il quadro conoscitivo solo parziale non garantisce una tutela completa, come invece avviene in Piemonte. La mappatura avrebbe una triplice finalità: informazioni a livello regionale sulle aree di effettiva produzione dei tartufi che crescono spontaneamente; corredo di un documento informativo che definisca le varie tipicità; banca dati sulle autorizzazioni alla raccolta ‘riservata’. Il lavoro di mappatura già svolto a livello provinciale, in questa prospettiva, può rappresentare a suo giudizio un buon punto di partenza, coinvolgendo le associazioni dei tartufai locali ed i singoli operatori del settore.
Il consigliere Pieroni, annunciando il voto favorevole, sottolinea che la mappatura è interesse anche del movimento degli appassionati alla raccolta dei tartufi, in crescita costante, stimato in oltre cinquemila persone, organizzati in nove associazioni, a loro volta aderenti al coordinamento Urat. “Il contributo di esperienze che le associazioni possono dare, in termini di conoscenza sul campo del territorio, è un apporto importante”, dice Pieroni. “Auspico che nei prossimi provvedimenti finanziari possano essere stanziate quelle risorse che provengono dagli introiti del pagamento annuale dei tesserini”.
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